The Strain – Recensione 4×03 – One Shot

Dopo aver sommariamente visto dove sono finiti i nostri – eccezion fatta per il buon Setrakian – nel corso di due primi episodi che fungevano da “riepilogo e punto di partenza”, ecco che questo terzo si concentra su un triplice fronte: Zach, Fet & Il Nato ed Ephraim.
Onestamente, questo inizio di stagione (l’ultima, per chi non lo sapesse) si sta rivelando poco entusiasmante e non al livello di quanto visto nelle precedenti. “One Shot” è un episodio dimenticabile che vede nelle azioni di Goodweather la sua unica parte importante, date le loro ripercussioni nel bene e nel male.
Fet e compagnia sono impegnati a recuperare un ordigno nucleare da una base militare, missione che scopriremo alla fine essere solo in parte riuscita: è l’occasione per mostrare un po’ di sano patriottismo, per mettere in scena un po’ di suspense e per far notare che il Nato ha sì una parte umana, ma che non è uno dalle mezze misure.
In quel di Philadelphia, invece, Goodweather e i suoi nuovi complici architettano un piano perfetto e riescono a fare fuori un gran numero di strigoi: una netta vittoria che, assieme alla soddisfazione di vedere barcollare per un attimo il nemico, lascia anche trapelare la loro posizione. Ora il Master ed Eichorst sanno che uno dei loro strenui oppositori si trova a Philadelphia e non ci vorrà molto prima che organizzino una controffensiva con i fiocchi. Spiace constatare quanto, ancora una volta, Richard Sammel appaia sottoutilizzato: l’interprete tedesco, volto dell’ex nazista Thomas Eichorst, avrebbe meritato e meriterebbe più spazio di quanto non gli sia stato concesso, specialmente in queste ultime due stagioni. Per quanto riguarda il maestro, nulla togliendo alla bravura di Johnatan Hyde, la sua figura era molto più minacciosa e misteriosa nella prima stagione, quando aleggiava cupamente su tutta la trama e ancora non aveva un volto.
In quel di New York, quartier generale dei super cattivi, troviamo come al solito l’odioso Zach, che vediamo alle prese con il primo interesse amoroso/sessuale: tenuto sempre più sotto scacco dal Master, il ragazzino finisce per infatuarsi della giovane che il vampiro gli ha fornito come domestica e, per il suo bene, continua a ricevere il “bianco” dall’anziano succhiasangue. Zach, nonostante il crollo della civiltà sai in parte ascrivibile alle sue azioni scellerate, non sembra provare il minimo rimorso, ma solo un leggero imbarazzo ogni qualvolta si parla dei danni causati dall’esplosione: il ragazzino sembra non avere una coscienza, pare essere guidato solo dai propri bisogni ed impulsi e ben meriterebbe che Ephraim smettesse di pensare a lui come un qualcuno da salvare. Forse non merita di essere salvato. La giovane età e l’immaturità non possono essere delle scusanti per tutto il male procurato e per l’assenza di pentimento che il ragazzo mostra di continuo nel suo modo di fare. Per non parlare della stupidità dimostrata prima nel non realizzare il pericolo formato dagli strigoi (e conseguentemente da quella che era sua madre) e poi dall’aver fraternizzato con il nemico scordandosi in un attimo dei suoi compagni umani, padre compreso. Goodweather junior è davvero uno dei personaggi più odiosi di sempre e meriterebbe una fine degna delle sue non certo irreprensibili azioni!
E se “One Shot” non entusiasma, a tenere desta l’attenzione è la prospettiva di ciò che accdrà: il Master e il suo fido hanno ormai localizzato uno dei nostri e la guerra tra le due fazioni sta quindi per ricominciare. Quando si riunirà il vecchio gruppo? Che fine ha fatto Setrakian? Ma, prima di avere risposta a queste due scottanti domande, non ci resta che guardare come finirà la faccenda legata alla prigionia di Dutch, che per adesso pare quella messa peggio di tutti tra le fila dei nostri.
Volendo fare un bilancio generale un po’ in anticipo, questa quarta stagione ha l’aria di essere la più debole di tutte, ma speriamo che il tiro si aggiusti strada facendo. A conti fatti, la prima stagione è stata irripetibile: il giusto concentrato tra orrore, suspense, azione, flashback grandiosi e un vento di novità, per una serie che riportava il vampiro ad essere una bestia sanguinaria e senza morale (seppur molto lontana dalla classica fugura alla Stoker o alla Rice).

Vi ricordo di passare da The Strain – Italia per essere sempre aggiornati su questo show e vi lascio con il promo del prossimo episodio:

About Clizia Germinario

Grande appassionata di cinema, serie tv e cucina, ho iniziato ad avvicinarmi al mondo dei telefilm a fine anni ’90, ma ne sono diventata addicted solo diversi anni dopo. Non ho un genere preferito, pur avendo una spiccata predilezione per gli show (come i film, del resto!) che parlano di vampiri e licantropi o, più in generale, di soprannaturale: non per niente il mio serial preferito è l’ineguagliato “Buffy the Vampire Slayer”.

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